Carlo Tancredi si interessa di fotografia fin dal 1948 quando, ancora giovanissimo, comincia a scattare appassionandosi ad una macchinetta a fuoco fisso, la Comet.
La ricerca fotografica esplode negli anni Settanta, scoprendo la fotografia di urbanistica realizzandola, in bianco e nero, con macchine analogiche.
Immortala così vecchi quartieri delle antiche cittadine ex-veneziane della costa dalmata, come Traù, oggi Trogir, Sebenico e le isole meridionali della Dalmazia.
Si interessa anche delle vecchie attività̀ contadine, valorizzando momenti di vita come la raccolta, la battitura delle castagne, i rituali dell’uccisione del maiale.
Negli ultimi anni Carlo Tancredi fotografa lo splendido paesaggio toscano, in particolare San Gimignano e Monteriggioni.
La sua è una fotografia genuina, senza artifici, che sa conquistare per la spontaneità con la quale coglie la vita umana, ma anche per la composizione attenta delle architetture e dei paesaggi, attendendo la luce per restituire affascinanti geometrie.
Si spegne nella sua Milano nel giugno 2019.
Un omaggio a un autore che amava la fotografia e che ha deciso di donare i negativi e le sue visioni all’Archivio Fotografico Italiano, che ne garantirà la cura e la divulgazione.