Giovanni Sesia: reale immaginario
Interventi artistici e pittorici su fotografie
Orari di visita: sabato e domenica dalle 15 alle 18.30
Inaugurazione: domenica 26 gennaio alle 17
La GALLERIA SPAZIO IMMAGINE, inaugurata lo scorso dicembre e ideata dall’Archivio Fotografico Italiano e dallo Spazio d’Arte Farioli, riprende le sue attività con il nuovo anno, proponendo la sua prima mostra dedicata alla fotografia d’arte. La galleria ospita Giovanni Sesia, un affermato artista noto per il suo approccio originale alla fotografia, che esplora l’umano e la forma con uno stile distintivo che fonde immagini, pittura e scrittura.
La mostra, che si terrà dal 26 gennaio al 9 febbraio 2025, offre uno sguardo profondo e recondito sulla realtà attraverso gli occhi di Sesia, Le sue opere sono un viaggio nell’intimo vivere, nella forma, nella materia e nel colore, invitando i visitatori a rifle
ttere sulla complessità dell’esistenza umana, trovando un delicato equilibrio tra struttura, suggestione e realtà.
In un percorso che si intreccia tra il figurativo e l’astratto, le opere di Sesia spingono il pubblico a esplorare le sottili connessioni tra ciò che è visibile e ciò che è nascosto.
Le opere di Sesia, in un gioco continuo tra l’iconico e l’intangibile, offrono uno spazio per la riflessione e l’introspezione, sfidando lo spettatore a guardare oltre ciò che è visibile e a scoprire nuovi modi di vedere e sentire. (Claudio Argentiero)
Nato a Magenta nel 1955, Giovanni Sesia frequenta l’Accademia di Brera a Milano e si accosta alla pittura con dipinti dal segno forte e dai colori accesi. La sua ricerca artistica indugia inizialmente tra astratto gestuale e suggestioni figurative. In seguito egli si avvicina alla fotografia quale mezzo tecnico da affiancare all’espressività pittorica. La svolta è alla fine degli anni Novanta, in seguito alla scoperta di un intero archivio fotografico di un ospedale psichiatrico
in abbandono. Affascinato dalle vecchie fotografie, che ritraggono volti e luoghi dimenticati, l’artista le ingrandisce e le rielabora sovrapponendovi campiture, ritocchi pittorici e inserti calligrafici. La fotografia dunque è solo l’occasione e il principio; la pittura diventa documento e testimonianza. Attraverso i ritratti dei pazienti contenuti negli schedari degli archivi di ex manicomi, Sesia indaga il tema della follia e riporta alla luce esistenze segnate dal dolore e dalla malattia, per sottrarle al passare del tempo e all’oblio. Il senso della tradizione, i colori caldi della terra, i bruni, l’ocra e la ruggine, come le scritte realizzate con una grafia pressoché illeggibile, diventano i tratti personali e inconfondibili anche nelle opere che rappresentano temi differenti, come gli oggetti domestici, i paesaggi, la città, tutti con una matrice comune, l’essere umano e il valore della memoria, intesa come elaborazione malinconica del ricordo collettivo e del desiderio di custodire il significato del passato. Numerose sono le esposizioni in Italia (tra le altre, Il volto della follia, a cura di Sandro Parmiggiani, Reggio Emilia, 2005, Il Male, esercizi di pittura c
rudele, curata da Vittorio Sgarbi, Stupinigi, 2005, Dadada, Dada e dadaismi del contemporaneo, 1916- 2006, a cura di Achille Bonito Oliva, Pavia, 2006, Nel segno della memoria, un percorso tra arte e disagio psichico, Novara, 2008) e all’estero (Rotterdam, Madrid, Zurigo, Beirut, Malindi, Bratislava, Strasburgo, Parigi , Arles Grenoble).