Figure silenti

26/12/2024 Giampiero Amoroso

Figure silenti

Omaggio a Odoardo Tabacchi

l perfetto equilibrio tra luce e materia, tra forme ed ombre sono il trait d’union che alimenta il dialogo artistico di Claudio Argentiero e Odoardo Tabacchi, se non fosse che i loro sguardi sono davvero distanti, ma nel tempo.
Acuto interprete della luce e del nero come luogo dell’essenza del percepito il primo, appassionato demiurgo di volti e pose romantiche ma altresì realistiche e testimone di battaglie risorgimentali, il secondo.
Dalla capacità di saper dare voce all’abbandono, alla transitività della materia, al mutismo di preziosi calchi in gesso, nasce la ricerca fotografica di Claudio Argentiero che indaga la simultaneità delle possibilità espressive date dalla luce e dalle forme, a volte morbide a volte rigorose. Il silenzio assume un volto, la luce diviene linguaggio e le ombre svelano presenze dal temperamento raffinato e vivido, scardinando i concetti di spazio e di tempo.
La fotografia è il luogo dell’alchimia dei sentimenti, delle geniali intuizioni e degli incontri, di eteree figure che alimentano visioni, percezioni… sussulti.
Un esercizio meditativo sulla possibilità di leggere la sacralità gestuale dello scultore, regalando pienezza alle forme che, nella loro apparente immobilità, rivivono manifestando malinconie e misteri. Personaggi ottocenteschi e busti dalla minuta descrizione dei dettagli di gusto neoclassico, sembrano chiedere riscatto ribandendo l’orgoglio sopito, il tumultuoso impeto patriottico e la potenza plastica della materia che diviene esistenza.
Claudio Argentiero ha deciso di dare luce alla lacunosa frammentarietà della memoria orchestrando una danza onirica di contro all’imperfetto divenire, solcandone i vuoti, dominando magistralmente i binomi luce/ombra, figura/spazio e bianco/ nero.
Le sensibilità artistiche dei due autori convergono in quella che potremmo definire l’energia creativa mista a quella interpretativa poiché il rapporto mimetico tra realtà e fotografia è solo apparente, così come tra la materia e l’idea.
L’atto creativo è fusione, irruzione nella materia, tensione che fa dell’oscurità l’altro volto della luce. Il rapporto quindi tra realtà e dimensione immaginata diviene corrispondenza di amorosi sensi e l’artista il cantore dell’animo umano, aldilà del tempo, degli eventi e della Storia.

Alfiuccia Musumeci